Anche nella descrizione della tonnara Salgari dimostra la consueta accuratezza:
«Al pari dei merluzzi del gran banco di Terranova, anche questi deliziosi pesci ogni anno tornano nei medesimi luoghi e quasi sempre tra la primavera e il principio dell'estate. Arrivano in gran numero, da secoli e secoli sempre per le medesime vie, cadendo sempre nei medesimi agguati con un'ostinazione cieca, come avviene ai popoli a cui l'esperienza nulla giova. Sia la temperatura delle acque o l'abbondanza di frutta marine che li fa accorrere sempre in quei medesimi luoghi, o la calma che regna nei seni della Sardegna, o per qualche altro motivo, il fatto è che non mancano mai. Forse, col tempo, anche la loro via si sposterà come è avvenuto per le aringhe e le sardine che hanno lasciato le coste dell'Olanda per le alte acque del mare del Nord, ma per ora non danno segno di essere stanchi di farsi decimare dai ramponi sardi e siciliani.»
La preparazione, i riti, le procedure di cattura descritte oltre 100 anni fa da Salgari non sono nel frattempo cambiate.
«Ad un tratto, vedemmo il rais, che era un bel vecchio dalla barba bianca e di forme erculee, salire sulla prora della mosciarra e alzare una mano. A quel segnale tutti i pescatori delle chiatte e anche quelli che stavano allineati sulle gettate, si levarono i berretti; allora il vecchio intonò una preghiera che fu ripetuta da quattrocento voci con un effetto grandioso e nel medesimo tempo commovente. Si usa recitare tanti Pater e tanti Ave, quanti sono i santi protettori della pesca, che non sono pochi a dire il vero, implorando specialmente il santo protettore della mattanza, che viene sorteggiato il giorno in cui il massacro dei poveri tonni ha luogo.
Dopo una buona mezz'ora il rais fece l'ultima invocazione, diretta a san Pietro, il gran patrono, che terminò col grido:
- Dateci una buona pesca...
A cui risposero tutti i marinai ed i facchini dalla calata con un formidabile:
- Dio lo faccia!
Successe un breve silenzio, poi il vecchio chiese ad alta voce ai sottocapi della pesca, che occupavano le chiatte disposte all'imboccatura della rada, se le porte delle reti erano chiuse. Alla risposta affermativa, comandò:
- Molla!»
Alcune sequenze che illustrano lo svolgimento di una tonnara sono disponibili tra il materiale di archivio dell'Istituto Luce. Qui un filmato di cui non viene indicata la data né la località, tranne la generica indicazione della Sicilia. Maggiori informazioni su questo altro filmato, girato a Favignana nel 1924. Ugualmente pertinenti a Favignana, la più celebre tonnara italiana, questo filmato di epoca imprecisata e infine quest'ultimo del 2000.
Indichiamo di seguito alcuni altri filmati disponibili in rete, scusandoci se fosse sfuggito qualche duplicato.
Tonnara di Favignana
Messina 1954 (pesce spada)