I prodotti dei Lucantoni erano smerciati nelle campagne, come dimostra la loro produzione di roncole, tipici attrezzi rurali, ma soprattutto, e probabilmente in grande quantità lungo la costa adriatica, sia a sud che a nord del confine. Ma qui è probabile che venisse celata la loro origine per evitare i dazi di dogana lasciando quindi credere ad una loro produzione interna nella città di Ancona. Da cui probabilmente il nome anconetano usato da molti.
Il coltello studiato dai Lucantoni manteneva del coltello alla romana la forte lama con vistoso sperone sporgente dal manico e la tipica molla esterna, che trattiene il coltello in posizione aperta evitando che si richiuda sulle mani di chi lo sta utilizzando ferendolo in malo modo.
Anche il terminale del manico mostra ricordi del coltello alla romana, spesso sagomato a testa di serpente (qui solo abbozzato).
Normalmente questa molla viene inserita nel manico di taglio, nel sistema alla romana è invece appoggiata sopra di piatto e fissata con una vite. Questo permette una agevole pulizia del coltello od anche un suo veloce smontaggio, quando l'azione dell'acqua marina rischi di corroderlo e sia necessaria una manutenzione più profonda. Non è al contrario possibile smontare un coltello con molla convenzionale, che è ribattuta e non avvitata. Il manico in corno è molto resistente alla corrosione marina.
Il coltello alla romana prevede anche un sistema di blocco della lama con un dente di arresto che si impernia in un foro praticato sulla molla:
Metodo che le autorità di polizia di ogni stato hanno sempre malvisto, ritenendo che così si potesse trasformare un attrezzo da lavoro in una pericolosa arma.
Pertanto i Lucantoni abolirono il sistema di blocco, forzando tuttavia il tallone della lama in una apposita tacca praticata sulla testa della molla, in modo da renderne più stabile la lama stessa senza incorrere nei rigori della legge.
La larga lama alla romana fornisce al marinaro una buona capacità di taglio nonostante le dimensioni ridotte che lo hanno lasciato tollerare dalle autorità pontificie. Il largo piano di taglio, quello tipico del gobbo, facilita anchesso queste operazioni.
In altre legislazioni europee antiche i coltelli destinati ai marinai dovevano invece avere la punta mozza per evitare un loro uso improprio da parte dei marinai, inguaribili attaccabrighe nelle locande portuali ma anche a bordo dei battelli.
La punta del resto è innegabilmente utile se non indispensabile per molti lavori, dalla ricucitura delle vele allo sbroglio di nodi troppo stretti.
Il coltello riscosse sicuramente un grande successo presso i pescatori, e venne ben presto introdotto un altro accorgimento: al terminale veniva aggiunta una tacca sul dorso che permetteva a coltello chiuso di agganciarvi il filo delle reti per tirarlo e poterlo riammagliare.
Ci trovavamo a quei tempi probabilmente nella seconda metà dell'800.
Lavorando incessantemente dalle 10 alle 12 ore al giorno nel loro sconosciuto laboratorio i Lucantoni fabbricarono per diverse generazioni decine di migliaia di coltelli, coprendo gran parte del fabbisogno della gente di mare.
Produssero anche esemplari particolarmente curati che le donne usavano regalare ai loro uomini in mare, recanti frasi amorose (Ricordo d'amore, Ti dono il cuore mio...).
Venivano inoltre inseriti numerosi chiodini nel manico, disposti secondo complicati percorsi. Erano destinati ad attirare gli spiriti maligni che nel tentativo di contarli si confondevano fallendo i loro malefizi, e non è escluso che altri simboli apotropaici da incidere sulla lama venissero esplicitamente richiesti dal committente.
Alcuni di questi coltelli hanno un accorgimento particolare: in posizione chiusa la punta sporge leggermente dal manico.
Non tanto da dare fastidio quando il coltello è riposto nella tasca, ma il tanto sufficiente per puntare la lama contro la cintura, i pantaloni od anche un elemento in legno della barca ed aprirlo facendo leva, senza necessità di adoperare le due mani.
In seguito alla produzione dei Lucantoni e di altri artigiani si affiancarono prodotti industriali, spesso di minor pregio. Poiché le fabbriche di reti avevano adottato l'usanza di regalare questi coltelli ai pescatori loro clienti, si rendeva necessaria la loro disponibilità in grandi quantitativi e a prezzi ridotti.
Gran parte della produzione industriale proviene da Scarperia, che è situata a nord di Firenze nella zona del Mugello, sul versante occidentale dei monti Appennini, che bisognava valicare per recarsi sulla costiera adriatica. Solo nel XX secolo le vie di comunicazione sono migliorate al punto da permettere intensi scambi commerciali tra le varie regioni d'Italia. Inoltre Scarperia ha fatto parte fino al 1860 del Granducato di Toscana, identificabile nella cartina a sinistra dello Stato Pontificio, in grigio.
Nella illustrazione a sinistra un esemplare di anconetano industriale, ma di buona fattura, prodotto in un numero di pezzi limitato dalla ditta Consigli.