Nel video a disposizione dei visitatori del Museo delle Navi di Fiumicino accanto all'aeroporto internazionale di Roma l'archeologo Renato Sebastiani afferma che senza l'antico porto di Ostia non sarebbe stata possibile la grandezza della Roma imperiale, una metropoli di circa un milione di abitanti. Affermazione senzaltro condivisibile, ma è una sola faccia di una medaglia che sembra averne molte, ben più di due. E qui dobbiamo aprire una necessaria digressione.
Ostia (da ostium ossia foce, porta, entrata) è stata fondata dal re Anco Marzio nel VII secolo a.C.: Il discendente Quinto Marcio Rex (cognomen rimasto ai membri della famiglia) costruì 500 anni dopo l'acquedotto dell'Aqua Marcia, emettendo una moneta che riporta al dritto Anco Marzio e al rovescio l'acquedotto.
Ulteriore conferma di un teorema mai abbastanza divulgato: le civiltà nascono dal mare, e dall'acqua. Distrutta dalle invasioni barbariche nel 572 a.D. l'Acqua Marcia venne restaurata e riattivata nel 1872, è tuttora in funzione e fornisce ancora dopo circa 2200 anni una delle acque potabili più apprezzate di Roma,.
Possiamo ampliare l'affermazione del Sebastiani: Roma non sarebbe mai nemmeno nata senza il mare, né sarebbe mai divenuta grande senza l'acqua. La prima agglomerazione nacque infatti nell'VIII secolo a.C. in prossimità del luogo d'incontro di tre differenti etnie divise da altrettanti corsi d'acqua: gli Etruschi erano stanziati sul lato destro del Tevere, i Sabini occupavano il territorio tra il Tevere e il suo affluente Aniene, i Latini risiedevano sul lati sinistri dell'Aniene e del Tevere.
Tra gli scambi dei tre popoli che avevano deciso di fare dell'acqua un punto di incontro e non di separazione, primario era il sale: proveniva dalla vicina costa, a circa 15 km in linea d'aria, veniva estratto in zona etrusca, trasportato a Roma lungo il fiume o lungo la via che fino a un secolo fa veniva ancora chiamata via della Salara Vecchia, poi inoltrato nei territori interni dell'Italia Centrale lungo quella che ancora oggi si chiama via Salaria.
La fondazione di Ostia, avvenuta in epoca successiva, aveva lo scopo di fornire Roma di un porto in prossimità della foce del Tevere, per trasportare derrate a Roma con battelli fluviali ma anche per porre fine al monopolio etrusco sull'estrazione del sale. Nei secoli seguenti Ostia si ingrandì per adeguarsi alla crescita di Roma. In epoca imperiale vennero costruiti per far fronte al traffico crescente due nuovi grandiosi porti: nella metà del primo secolo a.D. dall'imperatore Claudio e circa 70 anni dopo il porto esagonale di Traiano, più interno. Il complesso prese semplicemente il nome di Portus.
I detriti trasportati dal Tevere fecero nel corso dei secoli avanzare la linea costiera: sia Ostia che Portus si ritrovarono in terraferma e vennero abbandonati.
Le rovine di quella che ora si chiama Ostia Antica offrono ai visitatori una spettacolare visione della vita di 2000 anni orsono, paragonabile a quella offerta da Pompei. Il porto di Traiano, l'immensa magnifica struttura esagonale, è anchesso visitabile. Il porto di Claudio è invece rimasto interrato e solo pochi ruderi sono visibili ora.
Emersero durante i lavori di edificazione dell'aeroporto sul finire degli anni 50 anche i resti di alcuni battelli.
Una piccola oneraria a vela:
una nave da carico per navigazione in mare aperto.
Tre caudicarie:
battelli fluviali che trasbordavano le merci verso Roma
E una barca da pesca:
Fiumicino 5
Ne stiamo per parlare. Ma non parleremo solo di quella barca.