Il ruolo dell'educazione mondiale, 20-21 Novembre 2013, Palais d’Egmont, Bruxelles, Belgio
in corso di traduzione
Il professore Matt Baillie Smith, direttore del Centro di Nortumbria per lo sviluppo internazionale, in Inghilterra, ha dettato il tono dellla conferenza nel primo dei tre discorsi d'apertura. Egli ha contestato l'utilizzo abusivo ma usuale di immagini classiche della povertà "dei paesi del Sud" per mobilitare gli aiuti, mentre si fa poco contro l'adozione di programmi di austerità che dissolvolono istituzioni e servizi pubblici, in particolare quelli destinati alle classi più povere e vulnerabili della popolazione. Invita al controllo nel quadro dei grandi "attori dello sviluppo", come l'esercito, le grandi imprese contabili ed altri, che tentano di imporre le loro norme e le loro ideologie. Rifiutando di ridurre lo sviluppo ad una concorrenza di individui fuori del loro contesto socio-economico, egli è anche molto critico verso la sua assimilazione alla carità. Propone al suo posto di considerare lo sviluppo come una forma di solidarietà e di evolvere da un approccio essenzialmente normativo basato sulla tecnologia verso un processo che metta l'accento su un processo di autonomia politica più illuminata. Di conseguenza le alternative all'ortodossia neo liberale garantiscono non solo relazioni meno stereotipate con i "poveri" e le loro organizzazioni "al sud", ma anche una solidarietà a livello locale con la gente povera nelle città "del nord".
Jethro Pettit, un ricercatore dell'Institute of Development Studies, Università di Susse, Inghilterra,ha spinto oltre queste riflessioni. Ha basato il suo discorso sul potere di trasformazione dell'educazione e dell'insegnamento verso la cittadinanza mondiale. Esaminando soprattutto le aspettative della popolazione del nord, sugli approcci fondati sul diritto (piuttosto che sulla carità) ha ammonito ad attendersi anche instabilità politica e dissidenza, non potendo essere universalmente condivisi i valori e i principi democratici e liberali. Inolter i cittadini possono essere condizionati da relazioni di potere, ideologie, da egemonie culturali e discorsi che creino frontiere sociali alle aspirazioni. Le sue ricerche dimostrano l'importanza dei controlli sulla realtà, come la ricerca-azione . realizzata da una ONG svedese, che implica dei ricercatori che vivano all'interno di famiglie marginalizzate in tre differenti paesi, per testare sul terreno le teorie. I primi risultati indicano sette preoccupazioni ricorrenti:
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la crescente monétizzazione dei mezzi di sussistenza che riduce i margini tra la sussistenza e l'economia informale;
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il declino e la commercializzazione dei servizi pubblici;
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la disoccupazione e l'emigrazione dei giovani;
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la discriminazione sessuale;
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la disabilità;
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la mancanza di accesso all'educazione;
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il rischio, la vulnerabilità, la tensione e i traumi psicologici.
Le implicazioni per l'educazione evolutiva sono finalizzate all'adozione di approcci critici verso un apprendimento riflessivo e basato sull'esperienza, mettendo l'accento su forme creative e narrative di riflessione, su forme visuali ed estetiche di espressione, e supportando un apprendimento riflessivo e metodico, o semplicemente un apprendimento basato sulla pratica.
La prima sessione plenaria è stata conclusa dalla d.ssa Nélida Céspedes Rossel, Secretario Generale del Consiglio d'America latina e Caraïbi per la gioventù e l'educazione degli adulti (CEEAL), Panama, che lavora nella tradizione di Paulo Freire.
Nélida ha parlato della cittadinanza mondiale come di un movimento nel quale le visioni etiche, politiche e pedagogiche convergono e permetttono alle persone di essere e di agire come cittadini. Un metodo riuscito inizia sempre dall'esperienza propria e la comprensione degli uni che viene connessa all'esperienza collettiva degli altri. Una metodologia riuscita conduce all'azione utilizzando ugualmente ogni tipo di espressione artistica come strumento di analisi sociale e politica.
Essa ha auspicato la creazione di quattro dimensioni di sviluppo sostenibile nell'educazione: economico, sociale, ambientale e culturale. Ha terminato il suo discorso con un forte appello per resistere alla riduzione dell'accesso all'educazione nel corso del dibattito internazione presso l'ONU sui prossimi OMD (Obiettivi del Millennio sullo Sviluppo) per il 2015. Recentemenre, nel settembre 2013, una colazione di organizzazioni della società civile ha pubblicato una dichiarazione in 10 punti sul diritto all'educazione, come garanzia di supporto.
Il resto della giornata e quella seguente hanno visto una alternanza di sessioni plenarie e di gruppi paralleli per approfondire questi concetti e, soprattutto, scambiare opinioni sulla ricerca e sull'esperienza pratica sul terreno. L'ibridazione tra locale e globale - glocal - riflette le molte identità di ognuno e di tutti coloro che avevano necessità di essere riconosciuti. Arie de Rujiter, direttore del Centro di consulenza per la Cittadinanza e la Cooperazione internazionale (NCDO) in Olanda l'ha dichiarato nella sua allocuzione di chiusura della prima giornata, sottolineando di nuovo l'importanza fondamentale dell'accesso all'educazione per agire come cittadini del mondo.
Una delle caratteristiche del dibattito che colpiva maggiormente era la tensione tra l'approccio più meditato proposto dai ricercatori in numerosi gruppi di lavoro ed illustrati nei loro studi casistichi, e gli approcci più strumentali adottati dalle agenzie governative e da alcune delle loro ONG. Mentre la focalizzazione sui risultati era comprensibile quando venivano utilizzati fondi pubblici, il poco tempo investito nella maggior parte dei progetti rimaneva contraddittorio nei lunghi periodi generalmente necessari per arrivare a cambiamenti definitivi, generando dunque frustrazioni da ogni lato.
Tra i rimedi potenziali, alcuni suscitano un largo consenso. tra questi notiamo: ascolto delle necessità e delle aspettative, maggiore attenzione all'elaborazione del processo per migliorarne l'apprendimento, apprendimento attraverso la pratica, maggiore investimento ti tempo ed elaborazione di indicatori di successo meno meccanici per soddisfare il legittimo bisogno di giustificazione.
Nei discorsi e nei gruppi di lavoro vi erano risonanze con il lavoro di Mundus maris per il sostegno all'accesso delle scuole alle migliori conoscenze scientifiche disponibili nel dominio pubblico, per trasmettere loro capacità e risultati. Numerosi esempi presentati durante i due giorni della conferenza hanno confermato l'utilità della nostra scelta concettuale di coniugare scienza, arte e cultura locale, per una migliore utilizzazione del potenziale umano.
Abbiamo ugualmente ottenuto nuove e preziose informazioni sui principi del mutamento positivo e sulle sfumature necessarie per l'applicazione dei principi in contesti differenti.
Molti gruppi di lavoro si sono dedicati a questo, sotto differenti angolature. Prese assieme, forniranno delle indicazioni supplementari, per esempio nel contesto del nostro lavoro con l'Ispezione scolastica di Grand Dakar per sostenere i loro sforzi nel consolidamento dell'educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile ad Hann Bel Air, in Senegal.
I partecipanti alla conferenza hanno ringraziato gli organizzatori del progetto DEEEP diretto da Tobias Troll ed il suo «dream team» che ha lavorato senza sosta e con rigore con gli altri organizzatori e con i partecipanti, per fare della conferenza una sfida intellettuale e produttiva. L'evento si è concluso - com'è giusto - con una performance musicale che ha lasciato gli ascoltatori esaltati ed eccitati. Cliccate qui per maggiori informazioni sulla conferenza.
Due riferimenti potranno essere utili per un approfondimento:
Northway, M.L. 1967. A primer of sociometry. University of Toronto Press, seconda edizione, 58 p.
Fullan, M., 2001. Leading in a culture of change: being effective in complex times. San Francisco, Jossey-Bass / John Wiley & Sons, 166 p.